Su di me
Gianluca Piroli è nato a Parma nel 1965, dove ha frequentato l’Istituto d’arte Paolo Toschi. Giovanissimo, ha collaborato con aziende quali Midwest, Fiorucci, Sisley, Ferrè, Best Company, Levi’s, Lee, Vans, Pollini, Diesel, Americanino, occupandosi della realizzazione di oggetti di merchandising e complementi destinati ai punti vendita (prototipia, ricerca materiali e finiture, messa in produzione). Come ama dire, in quegli anni “risolveva problemi”, creando visioni tridimensionali per chi restava imprigionato in quella bidimensionale.
Il primo oggetto da vetrina della sua carriera è realizzato per Ferrè: senza soffrire di alcuna ansia da prestazione, grazie ad un temperamento che lo sollevava dalla pressione emotiva dell’essere messo alla prova da uno dei nomi sacri della moda, Gianluca realizza un prototipo che viene approvato al primo colpo e subito prodotto, aveva 22 anni.
Fra le prime soddisfazioni professionali Gianluca ricorda il complesso lavoro commissionatogli da Diesel per la realizzazione di una linea di orologi e calendari in metallo e del grande orgoglio provato quando, anni dopo, uno di quegli orologi faceva bella mostra di sé in casa di un famoso cantante che in un’intervista raccontava di averlo scovato e subito acquistato, in un mercatino dell’antiquariato. Una delle prime dimostrazioni che le creazioni di Gianluca, nelle infine possibilità di traslazione fra tempi, luoghi e funzioni, hanno mille vite da vivere ed altrettanti mondi da raccontare. Gianluca sente di avere un obbligo di gratitudine nei confronti di alcuni amici creativi di Parma che all’inizio della sua carriera gli hanno fornito stimoli ed esempi preziosi; fra questi Augusto Vignali che metteva alla prova la sua versatilità chiedendogli le cose più strampalate, Flavio Kampah, mente geniale fuori dagli schemi, Alessandro Fornari e Roberto Pia che agli albori del tessuto stone washed gli chiesero di inventare un sistema efficace per applicare alcuni sassolini di pietra pomice ad un cartellino per Vans. Ed un grande amico, Fabrizio Cuppini, creativo al di sopra di ogni sospetto, illustratore e scultore geniale. Gianluca da ogni esperienza assorbe e rielabora, senza mai cadere nella trappola dell’omologazione.
Il primo oggetto da vetrina della sua carriera è realizzato per Ferrè: senza soffrire di alcuna ansia da prestazione, grazie ad un temperamento che lo sollevava dalla pressione emotiva dell’essere messo alla prova da uno dei nomi sacri della moda, Gianluca realizza un prototipo che viene approvato al primo colpo e subito prodotto, aveva 22 anni.
Fra le prime soddisfazioni professionali Gianluca ricorda il complesso lavoro commissionatogli da Diesel per la realizzazione di una linea di orologi e calendari in metallo e del grande orgoglio provato quando, anni dopo, uno di quegli orologi faceva bella mostra di sé in casa di un famoso cantante che in un’intervista raccontava di averlo scovato e subito acquistato, in un mercatino dell’antiquariato. Una delle prime dimostrazioni che le creazioni di Gianluca, nelle infine possibilità di traslazione fra tempi, luoghi e funzioni, hanno mille vite da vivere ed altrettanti mondi da raccontare. Gianluca sente di avere un obbligo di gratitudine nei confronti di alcuni amici creativi di Parma che all’inizio della sua carriera gli hanno fornito stimoli ed esempi preziosi; fra questi Augusto Vignali che metteva alla prova la sua versatilità chiedendogli le cose più strampalate, Flavio Kampah, mente geniale fuori dagli schemi, Alessandro Fornari e Roberto Pia che agli albori del tessuto stone washed gli chiesero di inventare un sistema efficace per applicare alcuni sassolini di pietra pomice ad un cartellino per Vans. Ed un grande amico, Fabrizio Cuppini, creativo al di sopra di ogni sospetto, illustratore e scultore geniale. Gianluca da ogni esperienza assorbe e rielabora, senza mai cadere nella trappola dell’omologazione.